Anche gli esperti sbagliano: quando ho dovuto riformattare tutto.

Sì, lo ammetto. Sono un esperto informatico. Ho anni di esperienza alle spalle, conosco bene Linux, mi piace smanettare, sperimentare e comprendere il funzionamento profondo delle applicazioni. Tuttavia, nonostante le mie competenze e l’esperienza accumulata, mi sono trovato a fronteggiare una situazione che è rapidamente sfuggita al mio controllo. Un errore di valutazione, una distrazione momentanea, ed ecco che ho combinato un pasticcio. Questo mi ha ricordato che, al di là della conoscenza tecnica, c’è sempre un elemento umano da considerare, un margine di errore che ci rende tutti vulnerabili, indipendentemente dalle qualifiche o dall’esperienza. È una lezione di umiltà, un promemoria del fatto che anche gli esperti possono sbagliare e che l’importante è saper affrontare le conseguenze, imparare e migliorare.
In questo articolo voglio raccontarti cosa è successo, perché ho deciso di parlarne pubblicamente e cosa puoi imparare dalla mia esperienza.
La curiosità è una forza… ma anche un rischio
Nel mio progetto Supporto Dinamico, uno degli obiettivi è proprio aiutare le persone a sperimentare in sicurezza. Credo molto nel potere dell’apprendimento pratico, ma so anche quanto possa essere facile oltrepassare quel sottile confine tra test… e danno.
Stavo testando una nuova applicazione per la gestione avanzata del file system su Linux. Apparentemente innocua, open source, ben recensita. L’avevo installata in un ambiente che ritenevo “sicuro”. Solo che, tra un comando e l’altro, ho sbagliato una singola lettera. E nel mondo Unix, una lettera può fare la differenza tra “modifica un file” e “cancella l’intero disco”.
Il risultato? Sistema inutilizzabile. Danni irreversibili.
Nessun accesso possibile. Niente modalità di recupero che funzionasse davvero. Ho provato il tutto per tutto: terminale live, backup parziali, ripristini manuali… ma il danno era fatto. L’unica vera soluzione? Formattare tutto e reinstallare da zero.
E in quel momento ho pensato: se capita a me, può capitare a chiunque.
Cosa ho imparato (e cosa puoi imparare anche tu)
Nessuno è immune: non esistono utenti “troppo esperti” per fare errori. L’informatica è precisa, ma non perdona.
I backup non sono un’opzione: sono una necessità. Salvare i dati prima di ogni esperimento è una buona abitudine, sempre.
Serve un ambiente di test separato: se vuoi imparare, fallo in modo intelligente. Usa una macchina virtuale o un vecchio computer.
Anche il fallimento è formazione: ogni errore insegna qualcosa. Questa volta mi ha insegnato l’umiltà e il valore della prevenzione.
Perché ti racconto tutto questo?
Perché Supporto Dinamico non è solo un progetto tecnico, è una rete di consapevolezza. Aiutiamo le persone a esplorare la tecnologia con fiducia, ma anche con le giuste precauzioni. Non servono superpoteri per usare bene il computer: serve il giusto supporto.
Questa piccola consulenza, nata in modo spontaneo e informale, dimostra come anche un semplice messaggio possa accendere una conversazione utile, concreta e fatta con cuore.
Nota: questo racconto è frutto di fantasia, ispirato a situazioni realmente accadute. Non rappresenta un’attività commerciale né un’offerta di servizi professionali._

